Ecco un quesito vecchio centinaia di anni: devo imporre la mia personalità oppure adeguarmi alla direzione del gruppo? Molti animali, tra cui i pesci, scelgono la seconda opzione, sopprimendo la propria individualità a favore di decisioni collegiali. Tu saresti disposto a farlo?
Animal Behaviour.
Immagino tu conosca perfettamente il Gasterosteus aculeatus, altrimenti detto spinarello. E’ un pesce diffusissimo: Mar Mediterraneo, Mar Baltico, Mar Nero, Oceano Pacifico, Oceano Atlantico, Siberia…una lista infinita di acque in cui nuota e si riproduce. Gli inglesi lo chiamano three-spined stickleback, in onore delle tre spine che svettano orgogliosamente davanti alla sua pinna dorsale.
E’ strano il pensarlo, ma (anche) questo pesce è carnivoro. Come dici? No, non mangia cotolette, gli bastano larve, molluschi e crostacei. Lo spinarello a tre spine è un pesce studiato da secoli. Le femmine scelgono il compagno per l’accoppiamento in base alle sue dimensioni, ai colori sgargianti della livrea ed al luogo in cui lui ha costruito il nido. Il maschione fashion con la villona tira di brutto tra le spinarelle: that’s incredible.
C’è un altra delizia che rende lo spinarello maschio un fico pazzesco: attraverso una sorta di metamorfosi, egli muta il proprio aspetto e si trasforma in un pesce dalle apparenze femminili. In questo modo inganna gli altri maschi ed entra nei loro nidi per fecondare le uova. Questo avviene in quanto i maschi sono molto territoriali e non lasciano avvicinare nessun altro competitor ai loro nidi. Non male l’idea del travestimento.
Non avendo carni appetitose ma essendo così diffuso, il nostro three-spined stickleback non poteva che diventare uno dei pesci più studiati in Etologia.
E infatti…
Proprio di questo voglio parlarti. E’ uscito da poco uno studio targato University of Bristol, firmato dal Dottor Christos Ioannou e dai suoi colleghi della School of Biological Sciences, nel quale sono stati esaminati gli spinarelli (a tre spine) individualmente oppure a gruppi di 10 pesciolini alla volta. I ricercatori hanno scoperto che, proprio come avviene tra gli esseri umani, gli individui più coraggiosi detengono e garantiscono la leadership. Inoltre, quando si tratta di prendere una decisione che comporta rischi, i pesci mettono da parte le proprie esigenze individuali a favore di una decisione collegiale. Meglio il destino del gruppo anzichè del singolo.
Ma qui arriva la parte interessante della ricerca. Sai cosa hanno scoperto gli scienziati? Che anche il più coraggioso tra i leader ittici, il capo dei capi, si fa da parte e si conforma alla decisione migliore per la sopravvivenza del gruppo. Mica paglia. Tradotto significa che la personalità del singolo, chiunque esso sia (anche il capo per intenderci) perde di importanza quando si è costretti a prendere decisioni che avranno ricadute importanti per la squadra.
Se sei un pesce.
Tra gli umani non sembra così diffusa questa forma di “soppressione della personalità”. Ancora troppo spesso il peso specifico dell’individuo orienta tutto ciò che concerne il group decision making.
Torniamo alla ricerca di Iannou. Il comportamento dei pesci, in base a quanto osservato dal suo team, sembra riflettere una sorta di plasticità sociale, Quando studiati individualmente, gli spinarelli manifestano specifiche differenze comportamentali, il che riflette la presenza di una certa personalità. Ma i pesciolini non sono affatto scontenti di sopprimere questi tratti specifici quando si tratta di rimanere uniti ai compagni soprattutto di fronte a situazioni che comportano l’assumersi dei rischi.
Rischi individuali e rischi del gruppo.
Alla fine la partita si gioca sul campo delle responsabilità. Quanto siamo disposti ad assumerci dei rischi? E soprattutto: quanto ci esponiamo in prima persona a favore del team?
Molti Leader aggressivi o passivi non riescono a gestire le tensioni che derivano dal confronto tra opinioni diverse
Ogni rischio, per definizione, comporta la possibilità di subire un danno. E il danno può avere ricadute individuali e/o sociali. Parliamo quindi di “rischio individuale” e “rischio del gruppo”. Facciamo un esempio. Immagina che il “gruppo” sia la tua famiglia, bimbi compresi. Siamo nel mese di febbraio, fa un freddo cane e la temperatura da giorni è sotto lo zero. Carichi tutti sull’automobile e ti dirigi verso l’asilo. In questo momento stai correndo un rischio individuale in aggiunta ad un rischio di gruppo. Potresti perdere il controllo del veicolo per colpa della strada ghiacciata, andare a sbattere contro un muretto e causare un bel bernoccolo di gruppo. Se tu fossi uno spinarello probabilmente decideresti di lasciare la macchina a casa e usciresti a piedi, anche se questo comporterebbe prepararti mezz’ora prima e beccarti un bel po’ di freddo.
Leader coraggiosi in 5 mosse.
Nella ricerca di cui ti ho parlato i pesci più coraggiosi sono in grado di “trascinare” il gruppo durante alcune attività. Ma sanno anche farsi da parte, conformandosi ad un assetto sociale che protegga dai rischi tutta la squadra. Penso che gli esseri umani abbiano molto da imparare dagli spinarelli: il leader è coraggioso soprattutto quando riesce a sopprimere la propria individualità a favore degli interessi del team. E’ un bel passaggio cognitivo, se ci pensi. Da “come posso magnificare le mie potenzialità” a “come posso portare avanti la mia squadra”.
Ci vuole coraggio.
Come fare? In 5 mosse.
1) La comunicazione prima di tutto.
Parla con la tua squadra. Fallo apertamente e continuamente. Lo so, sembra la cosa più scontata del mondo, ma ti assicuro che non lo è, e se ti guardi dentro sai che ho ragione. Comunicare agli altri in modo assertivo, onesto ed efficace è davvero difficile. Ma è l’unica strada se vuoi diventare un Leader efficace. E sai cosa ti serve per essere davvero assertivo? Un sacco di coraggio.
2) Ascolta, parla, e poi ascolta.
Conseguenza diretta della Mossa 1 (comunicare in modo assertivo) è la Mossa 2: devi diventare un buon ascoltatore. Accendi la tua empatia, mettiti nei panni degli altri, mostra interesse quando ti parlano, fai domande mirate, raccogli le emozioni, chiedi feedback, ecc. Ricorda la regola del 2:1. Ascolta il doppio e parla la metà.
3) Analizza la situazione in modo chiaro.
Levati quelle fette di salame sugli occhi e guarda in faccia la realtà della tua organizzazione in modo chiaro e diretto. Questa è l’unica soluzione da adottare se vuoi veramente portare la tua squadra verso lidi migliori. E’ doloroso, quindi preparati.
4) Incoraggia il confronto e la tensione pro-attiva.
Sei ossessionato dall’avere risposte? Fai bene, ma cerca di adottare la strategia giusta. Molti Leader aggressivi o passivi non riescono a gestire le tensioni che derivano dal confronto tra opinioni diverse. Questo succede perchè temono il conflitto. Gli aggressivi lo soffocano, i passivi lo evitano. Tutto ciò riduce la probabilità che la tua squadra si impegni in discussioni sane ed utili allo sviluppo della creatività, delle idee e delle soluzioni. Fai sentire i tuoi compagni di viaggio “al sicuro”: possono esprimere il loro dissenso in modo efficace e pro-attivo.
5) Fatti da parte.
Senti, lo so che per te non è facile, ma se ci riesce anche quel fico pazzesco dello spinarello direi che almeno potresti provarci. E’ un investimento sociale che, col tempo, ti restituirà tutto con gli interessi. Per farlo dovrai scendere a patti col tuo carisma, che, per quanto ne sappiamo, ad oggi non è sufficiente per condurre una squadra attraverso sfide incalzanti.
Ok, ora sei pronto, puoi iniziare a far crescere il tuo team (o la tua squadra, o la tua famiglia, ecc.) seguendo le orme dello spinarello.
Inizia col farti venire la pancia rossa per attrarre nuove femmine, soprattutto quelle con l’addome argentato, che cercherai di fare entrare nel tuo nido fiammante e soprattutto molto grande e spazioso.
Senza farti prendere troppo la mano: so che muori dalla voglia di travestirti per entrare nel nido del tuo vicino e fecondargli tutte le uova. Ma forse non hai ben capito a cosa servono le tre spine sul dorso.