So che in questo momento, dopo aver letto il titolo, hai fatto un bel Tiè! con tanto di corna rivolte allo schermo. E se sei un maschio hai pure la mano saldamente ancorata ai maroni, immagino.
Eppure, che tu ci creda o no, queste due paroline antipatiche, Stai morendo, potrebbero cambiare completamente la tua vita.
A partire da domattina.
Risvegli.
Ma tu cosa pensi quando ti svegli al mattino? Intendo come seconda cosa, dopo aver bestemmiato in aramaico contro la sveglia. Rifletti: hai aperto gli occhi, ti sei ben stiracchiato, e hai fatto anche un bel check (solo per i maschi).
E’ tutto apposto, sei vivo.
Bene, in questo preciso istante spunta un pensiero. Il tuo cervello inizia proprio così, è il suo modo di metter giù il piede dal letto: lo fa sparandoti una bella riflessione di prima mattina.
Questa riflessione cambia in base al periodo, alle preoccupazioni, ma generalmente le persone aprono gli occhi e pensano cose meravigliose tipo:
· che palle (molto gettonato)
· vediamo se anche oggi ho l’ansia (e ovviamente arriva subito la conferma)
· vediamo se anche oggi mi sento triste (idem)
· vediamo chi mi ha scritto stanotte
· merda, sono già le…(40 minuti dopo l’ora in cui dovevi svegliarti)
· merda, sono solo le…(2 ore prima della sveglia)
· non ho voglia di…(lavorare, studiare, prendere il treno, ecc.)
· devo smettere di mangiare..(peperoni, aglio, e altre porcherie)
· oggi non tocco alcolici, giuro (tranquillo, a mezzogiorno hai già cambiato idea)
Ovviamente dalla lista sono esclusi gli innamorati che si frequentano da meno di un anno, che hanno altro per la testa quando si svegliano.
You’re Gonna Die.
Inizia a cambiare volontariamente il primo pensiero del mattino. Appena torni allo stato cosciente, devi ripeterti mentalmente le parole magiche: Stai morendo. E il tuo approccio alla vita cambierà in modo radicale.
Lo sostiene Gary Vaynerchuk, CEO di VaynerMedia (che tra i clienti vanta nomi come Toyota, Pepsico, Johnson’s) sul suo blog, dove ha pubblicato un meraviglioso post dal titolo “You’re Gonna Die”. E lo fa partendo da un assunto decisamente interessante:
“If you aren’t aware of your own death, how can you possibly attempt to live?”
Se non sei consapevole della tua morte, come puoi cercare di vivere al 100% la tua vita? Secondo Gary esiste un modo per trasformare le parole Stai morendo, in un memento positivo, ottimistico e costruttivo. Una spinta motivazione potentissima, in grado farti fare cose straordinarie.
Il senso dovrebbe essere una cosa del tipo “Sei vivo: approfittane”, ma nella versione Stai morendo, la morte, grazie alla durezza della parola diventa una vera e propria sberla in grado di svegliare anche il peggior sonnambulo.
Memento mori.
Il punto è che la maggior parte di noi pensa alla vita con un atteggiamento scontato e superficiale, come se tutto dovesse accadere così, in modo magico e soprattutto automatico. Poi muore un conoscente per incidente, e per 24 ore ti accorgi che in un attimo potresti non esistere più. Altro che Iphone.
Allora l’obiettivo è diventare realmente coscienti della propria esistenza.
Sei vivo, approfittane.
Come si fa?
Innanzitutto devi smettere di rimuginare sugli anni, soprattutto su quelli del passato: prima ero così e ora sono cosò. Al contrario, devi sintonizzarti con enfasi ed energia sulla capitalizzazione dei tuoi giorni, ore, minuti, secondi.
Stai morendo, pertanto ogni secondo della tua vita ha un’importanza enorme, per questo devi capitalizzarlo il più possibile.
Quindi devi diventare rapido, concentrato su ogni micro passaggio della tua giornata, e soprattutto devi smetterla di perdere tutto quel tempo a preoccuparti del passato, del presente o del futuro.
Ecco la proposizione vincente: stai morendo, quindi smetti di perdere tempo pensando a stronzate.
Se ci pensi bene anche tu sei programmato per sfruttare, quando vuoi, ogni minima parte di un qualcosa. Pensa a quella cena costosa in quel ristorante stellato: ricordi? Hai leccato i piatti come un setter, restituendoli al cameriere bianchi e luccicanti. Per non parlare di quella bottiglia di vino da 300 euro, di cui hai ingoiato pure il tappo.
Riassumendo:
1) stai morendo
2) non perdere tempo pensando a stronzate
3) capitalizza ogni secondo della tua esistenza (ma smetti di ingoiare tappi)
4) affronta la vita cercando di essere il più rapido possibile
Ma non è tutto.
Pazienza.
Ci siamo: hai sintonizzato il navigatore sulle parole magiche Sto morendo. Abbiamo detto che da oggi imparerai a sfruttare ogni singolo minuto della tua giornata. Ma attento a non cadere nella trappola dell’impazienza. Sai che una delle regole vincenti, nel business, è la rapidità: se arrivi prima degli altri aumenti la probabilità di concludere l’affare. Ma sai anche che, con alcuni clienti non devi essere troppo impaziente e push.
Serve pazienza e strategia.
Questo vale anche per la tua vita: stai morendo, quindi devi essere rapido e sfruttare il singolo minuto della tua giornata, ma adottando una prospettiva allargata, a lungo termine, basata sulla pazienza.
Rapidi, lucidi e pazienti, se vogliamo avere successo.
La paura della morte.
Ti stai nascondendo dietro a un dito: hai paura della morte, per questo motivo hai iniziato a pensarci da quando hai compiuto 20 anni e ti sei accorto di non essere invincibile. Senti che la morte rappresenta il momento in cui tiri la linea e fai un bilancio delle cose che non sei riuscito a fare nella vita, per questo la temi. E’ come affrontare un esame senza aver studiato: te la fai sotto di brutto.
Nel mio studio sono transitate centinaia di persone afflitte da questa paura: la morte diventa l’ossessione quotidiana, la palude scura nella quale ti senti impantanato dalla mattina alla sera.
Tanti anni fa è venuto da me un uomo sui 50 anni, bello, abbronzato, sorridente. Giocava a tennis, aveva un’azienda, guadagnava un mucchio di soldi, era sposato e aveva 4 figli. Una vita perfetta, nel qui ed ora.
Cosa voleva da me?
Una spinta motivazionale: era stato mandato dal suo medico perché si rifiutava di assumere la terapia che viene prescritta alle persone sieropositive. Da giovane era stato tossicodipendente, finito diverse volte nei guai con la Legge. Dentro e fuori dalle comunità, aveva distrutto macchine, rubato soldi, messo incinta donne, preso pugni, dato pugni.
E soprattutto aveva usato le siringhe degli altri.
Poi si è rimesso in carreggiata: basta droga, basta vita al limite. Si è lasciato quasi tutto alle spalle, tranne il fatto di essere sieropositivo. E’ riuscito a costruirsi una vita normale, anzi, meglio della media. E io, giovane psicologo, non riuscivo a capacitarmi del perché si ostinasse a non prendere la terapia farmacologica: lui diceva che non voleva avere effetti collaterali, e che comunque era felice così.
I medici, preoccupatissimi, non avevano voce in capitolo per un motivo semplice: i suoi esami erano nella norma, non sembrava nemmeno un sieropositivo, e nessuno sapeva spiegarsi il motivo.
Durante la nostra ultima seduta gli feci una domanda:
“Mi scusi, ma non ha paura di morire?”
“Se ho paura di morire ho paura anche di vivere. La vita è bella e va vissuta senza paure, caro dottore”
“…”
“…”