Una delle cose più difficili del mio lavoro è convincere un cliente a modificare le proprie abitudini, soprattutto quando queste interferiscono con la performance lavorativa, sportiva o scolastica. E il bello è che vengo pagato proprio per questo. Ma come ogni lavoro, anche il mio presenta spesso dei simpatici paradossi: uno di questi potrebbe essere riassunto nella richiesta implicita “aiutami a raggiungere i miei obiettivi, ma non chiedermi di modificare il mio comportamento”. Vuoi migliorare ma senza cambiare le tue abitudini. Ovvio.

Nessuna delle persone che conosco è disposta in automatico a mettersi in gioco. Me compreso. Vogliamo la tartaruga addominale, ma possibilmente senza modificare la dieta e soprattutto senza iniziare una faticosissima attività fisica. Solo un mio ex cliente ci è riuscito, un ricco avvocato milanese con il vizio della chirurgia plastica. Si, hai capito bene: si è fatto fare degli addominali finti. Ricorderò sempre quella seduta in cui tutto orgoglioso decise di mostrarmi l’opera d’arte: si alzò la maglia dalla quale sgusciò una panza incredibile, ma con davanti degli addominali da far paura, nel vero senso della parola. Giusto per capirci: immaginati Raul Bova dopo che ha ingoiato un’anguria intera. Se a questo punto pensi che il mio sia un lavoro facile, prova a trovarti di fronte ad una cosa del genere senza far trasparire all’esterno la minima sorpresa (mentre dentro sei sconvolto).

(Ti ho appena dato un’idea pazzesca? Stai già smanettando su Google per cercare il centro di chirurgia estetica più vicino per farti cucire dei wurstel sotto pelle? Chiamami, posso aiutarti).

Comunque, vai su Google Immagini e digita abdominal fake.

Cos’è il cambiamento?

In generale, se vuoi raggiungere un obiettivo x, dovresti porti sempre questa domanda: cos’è x? Stai pensando di correre la maratona? Bene, inizia col chiederti concretamente che cosa sia la maratona, raccogli informazioni, parla con altri runners, leggi libri sensati sulla corsa (come Voglio Correre, di Enrico Arcelli, a mio avviso uno dei Sacri Testi che ogni runner dovrebbe conoscere a memoria). Oppure stai per caso pensando di sposarti? Idem, prova a chiederti davvero che cosa significhi il termine matrimonio.

Se posso darti un consiglio, parti dal vocabolario. No, niente tablet, alza il sedere da quel divano, trascinati fino alla libreria e apri uno dei volumi più importanti ma meno consultati che l’essere umano abbia inventato. E cerca il termine cambiamento. Dopo cambiadischi cambiale dovresti arrivare al traguardo:

Cambiamento: s.m. 1.  Sostituzione o avvicendamento che riguarda in tutto o in parte la sostanza o l’aspetto di qualcosa o di qualcuno

Per comodità, possiamo riassumere il concetto come segue: definiamo cambiamento quel processo che mi porta da uno Stato A ad uno Stato B. Questo può riguardare l’ambito lavorativo, sportivo, sanitario, relazionale, ecc. Il cambiamento può avvenire solo se eseguo un’azione. Guardandomi allo specchio oggi, dopo la vacanza, non provo particolare entusiasmo per (quella che era) la mia parete addominale. Qualcosa di molliccio si è frapposto tra la mia tartaruga e l’ombelico. Probabilmente mentre dormivo perchè non ricordo come ciò possa essere accaduto. Il mio Stato A è: sovrappeso. Vorrei raggiungere un nuovo Stato, con un peso nella norma. Chiameremo quindi lo Stato B normopeso. Il passaggio da A a B sarà possibile solo se emetto due azioni: mangiare meno e/o fare più attività fisica.

Facciamo un altro esempio, legato alla formazione. Vuoi acquisire una nuova competenza che oggi non possiedi. Per passare allo Stato B dovrai emettere un’azione: potresti decidere di partecipare ad un corso di formazione specifico per quel tipo di competenza da raggiungere. Prima però hai altre azioni da compiere: fare una ricerca, leggerti i programmi, confrontare i prezzi, ecc. Lo so, ti sembra una banalità, ma ti assicuro che la maggior parte delle persone con cui lavoro ogni giorno ha in mente solo lo Stato B, quasi ci si arrivasse per magia.

Due modalità motivazionali

Di motivazione parleremo approfonditamente in un altro post. Se vuoi ottenere un cambiamento concreto, devi ricordarti che hai bisogno di una spinta che ti permetta di “aumentare la probabilità di emettere un dato comportamento”, che noi psicologi chiamiamo appunto motivazione. Ebbene, questa spinta può essere interna oppure arrivare da un qualcosa di esterno. In base a questa suddivisione abbiamo quindi due modalità motivazionali:

a) motivazione intrinseca, che parte da tuoi fattori interni. Questa spinta nasce dal radicato desiderio di esplorare nuovi contesti e di soddisfare esigenze inedite. Stai cercando soluzioni diverse al problema, attraverso un assetto orientato alla scoperta di informazioni originali. La motivazione intrinseca si lega a comportamenti che sono guidati da ricompense interne, alla base della tua soddisfazione personale e dell’autostima.

b) motivazione estrinseca, legata a comportamenti guidati da ricompense esterne (denaro, successo, gratificazioni, ecc.) oppure dal tentativo di evitare una punizione (come il disprezzo, la disapprovazione, ecc.).

Considera il motivo per cui stai leggendo questo post: si tratta di motivazione intrinseca se lo fai per il piacere della conoscenza, per il desiderio interno di scoprire informazioni nuove e, magari, stimolanti. Se, al contrario, i tuoi colleghi ti hanno detto che chi legge i post di Daniel Bulla è un fico pazzesco (cosa tra l’altro assolutamente vera) e se in qualche modo ti senti obbligato a farlo per non sentirti un po’ sfigato rispetto a loro (e come darti torto) probabilmente sei guidato dalla motivazione estrinseca. Un altro esempio: ricordati di me domattina quando tocchi la maniglia della porta di ingresso a lavoro. Che cosa provi mentre entri in ufficio? Trova la risposta e capirai che tipo di motivazione ti guida quotidianamente nel tuo percorso professionale.

Secondo te quale delle due modalità motivazionali (intrinseca vs estrinseca) favorisce un cambiamento stabile, pervasivo ed efficace?

Consigli per cambiare veramente

1) Per raggiungere il tuo Stato B devi prima passare alla modalità motivazionale intrinseca. Se inizi un percorso di cura senza esserne profondamente (internamente) convinto, magari perchè consigliato dagli altri (motivazione estrinseca), il fallimento è assicurato. Ecco perchè nella maggior parte dei casi cerotti, auricoloterapia e altri dispositivi non aiutano una persona che vuole smettere di fumare.

2) Prendi il vocabolario, cerca le 3 o 4 parole chiave legate al tuo Stato B (ovvero al tuo obiettivo), trascrivi le parti essenziali di ogni definizione sul tuo taccuino. (Tutti i miei clienti hanno un taccuino, portati avanti).

3) Parla, parla, parla. Di cosa? Del tuo Stato B con le persone a cui vuoi bene, o di cui ti fidi. Raccogli le loro reazioni al tuo “vorrei cambiare lavoro”, “vorrei sposarmi” o “vorrei dimagrire”. Se tutti scoppiano a ridere c’è qualcosa che non va nel tuo obiettivo.

4) Azioni, azioni, azioni. Senza azioni non ci sarà alcun cambiamento, ricordalo.

Come dici? Ti aspettavi tutta una serie di altre cose quando hai visto il titolo di questo post? Ecco quel che si dice un bell’esempio di motivazione_________(completare).

Comunque non disperarti, almeno sei un fico pazzesco.

Passaparola, mi raccomando.