Ma davvero sei convinto che i tuoi colleghi siano talmente oberati di impegni da non avere tempo per fare altro? Beh, allora stai proiettando. In psicanalisi il termine proiezione si riferisce ad un meccanismo di difesa:

il soggetto attribuisce ad altri sentimenti, desideri, aspetti propri che rifiuta di riconoscere in sé stesso

Quello troppo impegnato a raggiungere obiettivi sei tu. Sei dolorosamente, intensamente e continuamente assorbito dalle tue preoccupazioni. Una situazione cognitivamente insostenibile. Impossibile pensare che i tuoi collaboratori se la stiano spassando: per il tuo equilibrio sarebbe il colpo di grazia. Meglio immaginarli incasinati per sentirsi un po’ meno marziani.

In realtà pare che di tempo, i colleghi, ne abbiano molto: ne passano parecchio a spettegolare. Va molto di moda la chat aziendale (anche il gruppo WhatsApp). Giusto oggi mi raccontava un mio paziente del fantastico epilogo ottenuto durante la sua festa d’addio: ultimo giorno di lavoro prima di cambiare azienda. Rinfresco con tutti, capi compresi. Arriva il regalo: una busta con 250 euro. Alla terza bottiglia di prosecco si sciolgono le lingue.

“Quindi te ne vai…”.

“Eh si, purtroppo”.

“Domani, primo giorno senza te, ci consoleremo sbirciando le tue chat”.

“Ma…come?”.

“Ah perchè non sapevi che R. può entrare in tutte le chat?”.

No, non lo sapeva che R. può entrare in tutte le chat. Come dici? Nemmeno tu lo sapevi? Ogni serratura ha la propria chiave, per cui nessuna porta rimane chiusa in eterno. Quindi meglio pensarci bene: se devi sparlare di quella collega gattamorta, fallo alla macchina del caffè. Meglio non lasciare in giro roba scritta.

Verba volant, scripta manent.

Oltre a parlar male uno dell’altro, sul posto di lavoro i colleghi tendono anche ad avere storie d’amore. Molte storie d’amore. Non immagini quante. Gli inglesi le chiamano office romances. La portata del fenomeno, come da copione, ha stimolato diversi ricercatori. Anche perchè per molte realtà la posta in gioco è significativa: si va dal semplice (si fa per dire) peggioramento del clima aziendale a fastidiosi e costosi problemi legali.

Il fenomeno

Il sito CareerBuilder.com ha lanciato nel Novembre 2012 un sondaggio a cui hanno risposto 4000 soggetti. Ecco alcuni dati:

  • il 39% del campione afferma di aver avuto una relazione con un/a collega. Il 30% di queste relazioni è diventato un matrimonio.
  • il 17% riporta di avere avuto due relazioni sul posto di lavoro
  • nella maggior parte dei casi la relazione è stata tra pari, tranne un 29% di soggetti che dichiara di avere avuto un flirt con il superiore (solo il 16% ammette la tresca col capo).
  • il 20% dichiara di essere attratto da persone con lo stesso ruolo professionale, il che significa che la maggior parte dei soggetti si innamora di colleghi con mansioni diverse.

Ed ecco la classifica delle aziende con maggiore probabilità di Office Romance:

1. Leisure & Hospitality

2. Information Technology

3. Financial

4. Health Care

5. Professional & Business Services

Studiare le Office Romances.

Si chiama Sean Horan, ed è lo studioso per eccellenza della psicologia relazionale sul posto di lavoro. Per la precisione è alla quarta pubblicazione in tema di storie d’amore tra colleghi. Oggetto della sua ultima opera: in che modo l’ambiente di lavoro influisce sul flirt? E soprattutto: cosa ne pensano i compagni di lavoro delle storie tra colleghi? Secondo Horan, Assistant Professor presso il College of Communication della DePaul University di Chicago, sono tre gli elementi chiave che influiscono sulla percezione dei coworkers rispetto alla storia d’amore tra colleghi.

Come viene appresa l’esistenza della relazione? (gossip versus dichiarazione aperta).

La modalità con cui scopriamo la relazione tra due nostri colleghi, spiega Horan, influisce notevolmente sul giudizio e sulle nostre reazioni. Sei venuto a saperlo mentre eri alla macchina del caffè? Oppure i diretti interessati te ne hanno parlato spontaneamente? Nello studio di cui ti ho parlato, il 35% dei soggetti aveva optato per mantenere segreta la relazione.

Tendiamo a reagire positivamente quando i protagonisti ci comunicano personalmente l’esistenza del flirt. Al contrario, abbiamo reazioni negative quando veniamo a saperlo da altri oppure (il che è ancora peggio) quando li cogliamo direttamente sul fatto. Insomma, meglio essere onesti con i colleghi piuttosto che farsi beccare a sbaciucchiarsi (nel migliore dei casi) nel parcheggio dell’azienda.

La considerazione personale nei confronti dei due protagonisti (simpatia versus antipatia).

Anche il modo con cui valutiamo personalmente i due amanti influisce sul giudizio che daremo al flirt. Stai sorseggiando il caffè davanti al distributore automatico, e vieni a sapere che la gattamorta ha una storia col Ninetto. Non credi alle tue orecchie. A parte l’ingiustizia divina (anche tu in realtà ci avevi fatto un pensierino sul Ninetto), la lancetta della simpatia crolla e si accende la spia della riserva: inizi a non sopportare più quei due. Nel caso in cui uno dei protagonisti sia il capo, le reazioni negative sono peggiori. Se per esempio scopriamo attraverso un pettegolezzo che il boss ha una relazione con una collega, saremo più propensi a considerare il superiore come un leader meno credibile e meno degno della nostra fiducia. Perdere la fiducia nel leader comporta effetti devastanti soprattutto sul clima aziendale. Nel team, in questi casi, serpeggiano sospetti di favoritismi: all’amante viene concessa maggiore flessibilità negli orari? Le hanno ingiustamente dato ruoli di responsabilità? E così via. Tutto ciò alimenta il gossip e le distrazioni dal task.

Il contesto culturale dell’azienda (morbido versus rigido) rispetto alle Office Romances.

Terzo elemento chiave, in base a quanto scoperto dai ricercatori americani, è il tessuto culturale dell’azienda e l’atteggiamento generale rispetto alla presenza di relazioni amorose tra colleghi. Nei contesti lavorativi in cui non esiste una chiara ed esplicita politica sociale rispetto alle storie d’amore tra colleghi si tende ad avere un atteggiamento più flessibile, rilassato e orientato all’accettazione. Al contrario, in ambienti professionali più rigidi e formali, con policy ben definite, si è più portati a considerare la relazione tra due colleghi come inappropriata e poco professionale.

Perchè è importante la percezione che i nostri colleghi hanno delle nostre (eventuali) storie d’amore sul posto di lavoro? Semplice: la relazione può essere temporanea, mentre il giudizio negativo che si trasforma spesso in atteggiamento ambivalente ed ostile nei nostri confronti tende a radicarsi stabilmente nel gruppo di lavoro. Il che rende tutto controproducente (per l’azienda) e faticoso (per noi). Per non parlare dell’impatto sulla motivazione (e quindi sulla performance) dei colleghi che hanno rotto e che ogni giorno devono recarsi sul posto di lavoro, vincendo l’imbarazzo di dover incontrare l’ex. In ogni caso, le relazioni sul posto di lavoro generano pettegolezzi (uno dei principali motivi di perdita di tempo) e alimentano il clima di sfiducia all’interno del team, soprattutto quando vi è coinvolto un leader. Mica paglia.

Secondo te conviene redarre una policy aziendale in merito alle relazioni tra coworkers? A mio avviso si, a meno che tu non stia morendo dalla voglia di pagarmi una consulenza. Solo nel 2016 mi sono trovato a dover gestire tre situazioni aziendali complicate da tensioni e conflitti generati da Office Romances. In due casi su tre, uno dei partner era il leader.

Secondo me è sempre meglio lanciare una discussione generale su questo tema prima di redarre documenti. Magari potresti inserirla nel prossimo evento di Team Building, subito dopo la gara di cocktail, così le lingue si sciolgono facilmente.

O alla prossima festa d’addio.